Alcuni giocatori di World of Warcraft denunciano la società presso un tribunale della Florida.
Come potete leggere nei dettagli su Gamasutra, è stata appena depositata una "class action" (quella che in Italia si chiamerebbe azione collettiva ma che da anni rimane allo stato di proposta al vaglio del Parlamento) in Florida contro la società IGE, ben nota per i suoi servizi di compravendita di valuta e oggetti virtuali all'interno di numerosi MMORPG, tra cui anche World of Warcraft.
E proprio da alcuni utenti del gioco di Blizzard è scaturita la protesta, avente a oggetto il comportamento dei "gold farmer" alle dipendenze di IGE, che interferirebbero con l'attività dei giocatori "onesti" e sbilancerebbero l'economia complessiva del gioco. A questo va sommata l'altrettanto deprecabile pratica dello spam - cioè della pubblicità non richiesta - rivolto a pubblicizzare i prodotti di IGE presso i giocatori.
La class action in questione farebbe leva su una legge specifica in vigore in Florida denominata Deceptive And Unfair Trade Practices Act, quindi rivolta principalmente a tutelare i consumatori da pratiche di commercio ingannevoli e sleali. Secondo il parere di un avvocato di New York, contattato da Gamasutra, l'azione collettiva è un primo passo per portare a galla un malcontento diffuso presso i giocatori ma non sarà facile dimostrare oggettivamente quanto l'economia del gioco - cioè di World of Warcraft nella fattispecie - venga "sbilanciata" dall'attività di gold farming.
E proprio da alcuni utenti del gioco di Blizzard è scaturita la protesta, avente a oggetto il comportamento dei "gold farmer" alle dipendenze di IGE, che interferirebbero con l'attività dei giocatori "onesti" e sbilancerebbero l'economia complessiva del gioco. A questo va sommata l'altrettanto deprecabile pratica dello spam - cioè della pubblicità non richiesta - rivolto a pubblicizzare i prodotti di IGE presso i giocatori.
La class action in questione farebbe leva su una legge specifica in vigore in Florida denominata Deceptive And Unfair Trade Practices Act, quindi rivolta principalmente a tutelare i consumatori da pratiche di commercio ingannevoli e sleali. Secondo il parere di un avvocato di New York, contattato da Gamasutra, l'azione collettiva è un primo passo per portare a galla un malcontento diffuso presso i giocatori ma non sarà facile dimostrare oggettivamente quanto l'economia del gioco - cioè di World of Warcraft nella fattispecie - venga "sbilanciata" dall'attività di gold farming.