Nelle viscere della bestia
TUTTO ATTORNO A ME
Dicesi "multyplayer", leggasi "Halo 2". Come i molti possessori di Xbox sapranno il gioco Bungie resta tuttora un punto di riferimento assoluto nel panorama dei giochi Xbox Live: un gameplay talmente azzeccato da classificarsi ancora al top per le console di casa Microsoft. Che fare per superare il limite? Su questo punto risultano a nostro parere fondamentali le parole scritte dal Lead Designer di Gears of War, Cliff Bleszinki, riportate come incipit al libretto di gioco:
"Per creare i giochi della prossima generazione dobbiamo essere bravi a sfruttare le risorse che abbiamo a disposizione".
Parole che risuonano impetuose nella nostra mente nel momento stesso in cui il più grosso limite di Halo 2 è stato letteralmente infranto con una semplicità che ha del disarmante: vivere la campagna principale assieme a un compagno di gioco attraverso Xbox Live è divenuto realtà. Sarà sufficiente invitare alla partita il gamertag di un amico per ritrovarsi, in men che non si dica, a giocare e parlare assieme durante i nostri furiosi combattimenti. Quale miglior biglietto da visita per un serio candidato al titolo di Gioco dell'Anno 2006?
FACILE COME BERE UN BICCHIER D'ACQUA
Una volta accesa la console e inserito Gears of War nel lettore DVD, basterà davvero poco per farsi prendere dalla smania del gioco online. Complice di ciò, oltre alla già decantata modalità in cooperativa via Xbox Live, l'immancabile presenza delle arene di gioco dedicate alle più classiche delle modalità di gioco a squadre, con un massimo di otto combattenti per scenario. A differenza di altri titoli ben più blasonati, la semplicità delle proposte di Gears of War risulta in primis alquanto disorientante, anche se ci vorrà ben poco prima di capacitarsi di quanto in realtà risulti di fondamentale importanza la qualità, e non la quantità, per rendere un qualsiasi gioco online incredibilmente divertente.
Complice la sua natura quasi da coin-op, Gears of War online cattura e seppellisce il giocatore sotto una montagna di emozioni difficilmente descrivibili. Non sarà importante se l'arena scelta (fra le dieci disponibili) sarà luogo di battaglia per uno scontro in cui vedremo i giocatori alternarsi a ruolo di leader, o dove sarà necessario abbattere il nemico da vicino o, più semplicemente, radere al suolo la squadra avversaria. Ciò che conta davvero è infangare l'avversario, abbatterlo nel modo più cruento possibile, dare sfogo alla propria adrenalina attraverso un sistema che (in barba a tutte le riviste pseudo/settoriali/scandalistiche) nasce e si sviluppa sul sano principio de "la prossima volta che ti prendo me la pagherai cara". La perfetta reincarnazione dei coin-op degli anni Ottanta a portata di joypad.
EMOZIONI SPARSE UN PO' OVUNQUE
Di certo, fra le tante cose, non possiamo scordarci la bontà visiva di Gears of War, in grado di ricreare arene di combattimento quanto mai stupefacenti per gli occhi. Aggirarsi sotto la pioggia, schivare un treno in arrivo o più semplicemente fermarsi ad ammirare le imponenti strutture in stile gotico ha il suo perché anche durante le sessioni in multiplayer. Così come riesce difficile scordarsi che, per quanto sia soddisfacente assestare il colpo finale all'ultimo sopravissuto della squadra avversaria, altrettanto onore è riservato a colui che aiuterà un compagno sul punto di un dissanguamento che porterà all'inevitabile morte. Un mix di fattori in grado di catturare come pochi altri titoli hanno saputo fare grazie anche alla scelta di evitare il respawn del giocatore: seguire e commentare con i compagni caduti le gesta dell'ultimo eroe della nostra squadra è una sensazione che nessun testo scritto potrà mai riportare